Per rispondere al quesito posto oggi è necessario rispolverare alcune nozioni di fisica. Ricordo infatti che il movimento umano non è intangibile e incalcolabile: esso è il risultato di schemi meccanici, propriamente detti biomeccanici, conseguenti alle innumerevoli connessioni tra muscoli, ossa e quindi articolazioni.
La biomeccanica è la scienza che studia il movimento del corpo umano in relazione al gesto motorio compiuto, all’ambiente circostante e/o all’oggetto utilizzato, come ad esempio un attrezzo ginnico.
Ogni oggetto si trova in equilibrio (statico) quando rimane fermo. Come un qualsiasi corpo presente sulla nostra Terra, anche il nostro corpo è sottoposto alla forza di gravità, la quale agisce su di noi in ogni istante, attraendoci verso il basso. Se riusciamo a stare nella posizione eretta senza cadere a terra è grazie all’azione e alla forza della nostra muscolatura. Essa riesce a contrastare la forza di gravità e quindi a mantenerci in equilibrio sia quando siamo fermi in una qualsiasi posizione statica sia quando siamo in movimento.
Quando si è in salute, stare in piedi senza cadere è considerata una situazione normale e scontata. La mattina ci alziamo dal letto e iniziamo i nostri movimenti quotidiani. Non ci fermiamo a pensare che, nell’alzarsi dalla posizione sdraiata alla posizione eretta, la nostra muscolatura combatte e per tutto l’arco della nostra giornata continua la sua lotta contro la forza di gravità per non farci cadere. Diamo per scontato tutti i semplici gesti motori che eseguiamo, fino a quando non subentra un problema di salute, un infortunio o l’inevitabile invecchiamento che rendono quegli stessi gesti motori, prima scontati e semplici, difficoltosi e pesanti. Solo in quel momento riusciamo a capire quanto il nostro corpo in ogni istante lavora e quanto sia estremamente importante per la nostra autonomia e quotidianità mantenere una muscolatura forte ed efficiente.
Analizzando la struttura del corpo umano non possiamo non notare che essa è caratterizzata da uno squilibrio anteriore. La linea di gravità cade davanti ai malleoli e il peso della testa è di ⅔ versato in avanti (fig. A).
Fig. A - Linea di gravità e catena statica posteriore
(immagine tratta da Léopold Busquet, Le catene muscolari. Tronco, colonna cervicale ed arto superiore, Vol. I, Editore Marrapese, Roma)
Questo squilibrio anteriore ci porterebbe a cadere in avanti e, se non fosse per il lavoro che svolge su di noi la catena statica posteriore, saremmo riversati a terra come i serpenti.
È importante ricordare la distinzione tra:
L’intero sistema anti-gravitazionale del corpo umano, oltre che dalla catena statica posteriore, è garantito anche dalle pressioni interne, toracica e addominale. A tale proposito ci tengo a sottolineare quanto sia importante durante un percorso dimagrante affiancare all’attività brucia-grassi anche un’attività posturale. L’assetto e quindi l’equilibrio del corpo con la perdita del grasso è alterato e seguire un iter posturale per la ricerca della nuova statica è necessario.
Una buona lezione di fitness e soprattutto di attività posturale deve necessariamente prevedere esercizi appositi in grado di stimolare l’equilibrio con conseguente attivazione della muscolatura profonda, detta anche posturale, ovvero quella più vicina alle ossa. Questa muscolatura è deputata a diverse funzionalità. Tra le più importanti ricordiamo:
Prevedere esercizi appositi che stimolino quindi l’equilibrio comporta grandi benefici sullo stato generale di salute:
Quando si parla di equilibrio si pensa erroneamente che esso possa essere stimolato solo nella posizione eretta, ad esempio eseguendo gli esercizi su un solo piede o con i talloni sollevati da terra. In realtà, poiché il nostro corpo è sempre sottoposto alla forza di gravità, possiamo creare dei lavori sull’equilibrio anche in posizioni sviluppate a terra, come sul fianco, in quadrupedia, in plank, nella posizione seduta sugli ischi, ecc..
Facciamo degli esempi e se volete provateli con me:
1. Assumiamo la posizione della quadrupedia
Solleviamo da terra una mano e la gamba opposta. L’equilibrio viene compromesso: iniziamo a oscillare da destra a sinistra e istintivamente si tende più volte a poggiare a terra o la mano o il piede della gamba sollevata. Sono certa però che sentiate la vostra muscolatura soprattutto addominale attivarsi alla ricerca della nuova stabilità. E vi svelo un segreto: anche durante l’esecuzione di questo esercizio state allenando gli addominali. Perché vi ricordo che la parete muscolare addominale non si allena solo ed esclusivamente con i classici crunch. Pilates chiamava Power House (Casa del Potere) l’intera zona addominale comprensiva della parte anatomica sacro-pelvica-lombare. Pensateci bene: questa zona si trova al centro del nostro corpo tra la parte superiore e la parte inferiore. È la parte che oltre a congiungere queste due parti è anche addetta alla stabilità del corpo. Quando eseguiamo degli esercizi con stimolazione dell’equilibrio, indirettamente compiamo un lavoro anche su questa zona e quindi sulla parete addominale. Ma passiamo al secondo esercizio, il quale è un’evoluzione di questo che abbiamo appena eseguito.
2. Posizioniamoci in plank
ripetiamo i movimenti precedenti. Stacchiamo una mano e successivamente la gamba opposta. Il lavoro è sicuramente più intenso rispetto alla posizione mantenuta nel punto 1. L’attivazione della muscolatura soprattutto addominale è maggiore.
3. Terzo esercizio sul fianco
Scegliete il vostro preferito. Posizioniamo sotto la testa il braccio che rimane riversato a terra. Rilassiamo l’altro braccio sul fianco rivolto al soffitto. Stendiamo le gambe e le stacchiamo da terra. Probabilmente istintivamente qualcuno di voi ha portato subito a terra la mano libera onde evitare di cadere o in avanti o indietro. Nel cercare di tenere la posizione con il braccio lungo il fianco siamo alla ricerca dell’equilibrio, nonostante siamo sdraiati a terra. Anche in questo caso insieme all’attivazione della muscolatura delle gambe sentiamo un importante lavoro sull’addome.
4. Ultimo esercizio che vi propongo: sediamoci a terra sui glutei
Portiamo le braccia tese in avanti e assumiamo la posizione della C curve con il busto leggermente inclinato indietro. Proviamo a staccare entrambi i piedi: chi è poco allenato tenderà a cadere indietro. D’istinto tendiamo a poggiare i piedi a terra. Chi riesce a mantenere la posizione, probabilmente inizierà a sentire gli addominali tremare. Siete riusciti a mantenere la posizione senza cadere indietro. Bene, complichiamoci l’esistenza! Distendiamo le gambe al soffitto (fig. 5). Sono certa che la vostra stabilità sarà compromessa.
Per allenare l’equilibrio essenzialmente non sono necessari attrezzi appositi. Gli esercizi che vi ho proposto sopra ci dimostrano che l’allenamento dell’equilibrio può essere sviluppato con diversi espedienti: eseguire gli esercizi su un solo piede o con i talloni sollevati; negli esercizi a terra ricercare l’instabilità sollevando una mano o un piede; eseguire gli esercizi con gli occhi chiusi; muovere la testa da una parte all’altra mentre si mantiene una determinata posizione.
Esistono ovviamente attrezzi che permettono di accentuare l’instabilità durante l’esecuzione degli esercizi.
Tra i miei preferiti annovero il cuscino propriocettivo, la balance, la fitball, la softball e il roller. Sono attrezzi tipicamente utilizzati nelle lezioni di Pilates e delle attività posturali in generale, ma ritengo che il loro utilizzo sia necessario anche durante le lezioni di fitness che mirano al dimagrimento e alla tonificazione per la loro capacità di stimolare la muscolatura più profonda e quindi innalzare l’EPOC e migliorare il tono muscolare generale.