Il funzionamento è alquanto curioso. I suoi elementi principali sono:
1. Le molle
Il numero delle molle varia da cinque a sei in base alla marca dell’attrezzo.
Quello che ho in dotazione nel mio studio ha sei molle, divise in tre coppie: le gialle, le verdi e le rosse. Le gialle hanno una resistenza bassa e si adattano alle prime lezioni e in situazioni fisiche particolari (presenza di protesi, infiammazioni, ernie del disco, ecc.).
Le verdi sono caratterizzate da una resistenza media e sono adatte a chi ha già acquisito una certa forza e sicurezza sul macchinario.
Le rosse hanno infine una resistenza alta e per questo sono adatte a chi ha già un importante grado di allenamento e di sicurezza nell’esecuzione degli esercizi.
Ovviamente il lavoro può essere personalizzato ulteriormente potendo utilizzare una sola molla per ciascuna resistenza o più molle per rendere il lavoro più o meno intenso.
2. Il lettino
A mio avviso la parola che lo descrive meglio è carrello. Infatti il suo movimento di scorrimento sui due binari appositamente ideati dà maggiormente l’idea del lavoro che si compie sul reformer. Anzi, è proprio questo movimento in avanti e indietro che con la resistenza delle molle aumenta l’intensità dell’allenamento e degli esercizi del matwork eseguiti sopra il macchinario.
3. I cavi
I cavi agganciati posteriormente al macchinario permettono tramite il loro tiraggio lo spostamento del carrello in avanti e indietro, sviluppando lavori di forza e di elasticità su ogni distretto muscolare.
Posso dire che l’allenamento sul reformer, grazie alla guida che il macchinario stesso compie sui singoli movimenti, è un allenamento abbastanza sicuro ed efficace nel raggiungimento degli obiettivi che ci si prefigge. Bisogna però sottolineare che è necessario usarlo nel modo corretto sotto diversi punti di vista.
In primis l’esecuzione di tutti gli esercizi deve avvenire con la postura corretta: cervicale, spalle, scapole, anche, ginocchia e piedi devono essere ben allineati; trasverso e pavimento pelvico devono essere attivi. Se i movimenti vengono eseguiti in modo errato con posture sbagliate, non solo risultano inadatti al raggiungimento dei benefici prefissi, ma possono risultare dannosi.
Inoltre è da evidenziare che la resistenza delle molle deve essere adatta allo stato di salute e al grado di allenamento del praticante. Usare una resistenza non adatta allo status di partenza potrebbe infatti causare o peggiorare infiammazioni già esistenti.
Il movimento scorrevole del carrello inoltre in determinate posizioni potrebbe comportare perdita di equilibrio e quindi cadute soprattutto nelle fasi di allenamento svolte in piedi sul macchinario.
Per questi motivi è sempre bene affidarsi agli esperti e farsi guidare negli allenamenti. Eliminiamo il fai-da-te domestico.
Personalmente mi piace definire il reformer come un vero e proprio macchinario di salute. La stimolazione che il lavoro crea su muscoli, articolazioni, sistema cardiovascolare e linfatico permette di migliorare l’equilibrio posturale, la stabilità generale del corpo, di ossigenare in maniera importante tutti i distretti corporei anche laddove cattiva circolazione e blocchi linfatici impediscono l’eliminazione di tossine e liquidi in eccesso.
Gli allenamenti sul reformer risultano quindi efficaci contro infiammazioni articolari, mal di schiena, ritenzione idrica e cellulite.
Sul reformer si possono allenare tutti i distretti muscolari, dalle gambe alle braccia passando per addome e schiena, migliorando la tonicità generale del corpo.
Ricordiamo inoltre che il Pilates (matwork, con i piccoli o con i grandi attrezzi), abbinato a una dieta sana ed equilibrata, consente di perdere peso in modo corretto. Ho allievi che hanno avuto perdite di peso importanti (chi ha perso 30, chi 35 e chi addirittura 43 chili) allenandosi regolarmente due volte a settimane. E tra loro c’è una mia fedele cliente che segue uno dei miei corsi nella modalità online, perché per motivi di studio si trova fisicamente lontana da me. Se ci sono volontà e voglia di fare, il Pilates fa sempre il suo lavoro!
Per esperienza ritengo che l’allenamento sul reformer non sia adatto in un momento così delicato della vita di una donna.
Una donna in dolce attesa necessita infatti di allenamenti di bassa intensità: è importante scongiurare l’esaurimento muscolare. In gravidanza qualsiasi allenamento non deve portare a stanchezza e spossatezza.
Per sua natura il reformer non si adatta a questo particolare momento, tenuto conto che gli allenamenti godono di un’intensità importante anche qualora siano utilizzate le molle a bassa resistenza. Si tenga a mente inoltre che in gravidanza devono essere evitati esercizi che possano causare perdite di equilibrio e giramenti di testa. Il carrello che scorre potrebbe, come visto, creare stati di instabilità e vertigini.
Durante questo delicato periodo ogni donna dovrebbe optare per un Pilates appositamente ideato per questa condizione, evitando in tale modo di incorrere in qualsiasi tipo di rischio.
Ritengo però che il reformer si presenti come un ottimo allenato per recuperare la forma fisica nel postum partum grazie al lavoro importante che svolge sul core e sui muscoli di tutto il corpo, sul sistema circolatorio e linfatico.
Certamente! Non dimentichiamoci che gli esercizi del Pilates si adattano a qualsiasi tipo di allenamento che ci prefiggiamo: matwork, con i piccoli o con i grandi attrezzi.
Ma la domanda che forse ci si dovrebbe porre è un’altra.
I gesti motori eseguiti nella stessa dinamica a terra e sul reformer hanno la stessa intensità ed efficacia?
Se soffermiamo l’attenzione su alcuni movimenti e gesti motori, ci rendiamo conto che questi possono essere pressoché uguali eseguiti sia in matwork o con i piccoli attrezzi sia sul macchinario. Ma se dobbiamo soffermare l’attenzione all’intensità del lavoro che quello stesso gesto motorio comporta non si può negare come la resistenza delle molle abbinata al movimento scorrevole del carrello crei sicuramente una notevole differenza tra i due lavori.
Il lavoro sviluppato in matwork e con i piccoli attrezzi non è di certo blando come tutti i praticanti e appassionati del Pilates sanno. Ma la guida nei movimenti tipico del reformer unita alla resistenza delle molle crea un lavoro globale maggiore e più intenso su tutta la struttura corporea.
I due tipi di allenamento (matwork e piccoli attrezzi da una parte, grandi attrezzi dall’altra) non possono quindi essere posti sullo stesso piano.
Ciò non vuol dire che il lavoro sui grandi macchinari sia di livello superiore a quello matwork e svolto con i piccoli attrezzi: sono sicuramente lavori diversi che dovrebbero integrarsi e interagire insieme per il migliore raggiungimento degli obiettivi prefissi, ma mai sostituirsi l’uno con l’altro.